ECCIDIO DI CODEVIGO:
L'eccidio di Codevigo, avvenuto tra il 28 aprile ...: L'eccidio di Codevigo, avvenuto tra il 28 aprile 1945 e la metà di giugno dello stesso anno, fu l’esecuzione sommaria di un numero co...
Dall'arditismo al 46, spazio apolitico, interesse sul ventennio, curiosita', battaglie, insomma quella parte di storia "scomoda" tenuta nascosta dai media, quella parte che spaventa, quella non raccontata nelle scuole, quella storia che ha reso grande Il nostro Paese, per dare una voce a quei caduti che hanno portato alto Il TRICOLORE.
sabato 29 novembre 2014
giovedì 20 novembre 2014
L' IMPRESA di ALESSANDRIA 19 dicembre 1941
Il
bollettino di guerra n°585 del 8 gennaio ’42 riportava l’esito
della missione con la seguente frase: “Nella notte del 18 dicembre,
mezzi d’assalto della R, Marina, penetrati nel porto di
Alessandria, attaccarono due navi da battaglia inglesi ivi
ormeggiate. Ora soltanto si è avuto conferma che una nave da
battaglia della classe Valiant
rimase gravemente danneggiata e fu immessa in bacino dove trovasi
tuttora.
Il
successivo bollettino n° 586 del 9 gennaio così completava la
notizia.
“Nell’azione
svolta da mezzi d’assalto della R. Marina nel porto di Alessandria,
annunciata dal bollettino di ieri, è risultato per ulteriori precisi
accertamenti che, oltre alla Valiant,
fu danneggiata anche una seconda nave da battaglia del tipo Barham.”.
In
tali modesti termini era annunciata una vittoria navale che non ha
paragone con nessun’altra ottenuta durante la guerra, per la
perfezione dell’esecuzione e per i suoi risultati strategici. Al
prezzo di sei prigionieri, erano state affondate, oltre ad una grossa
petroliera, due corazzate da 32.000 tonn., le ultime di cui gli
inglesi disponessero nel Mediterraneo. Squarciate dall’esplosivo
che gli arditi della Decima Flottiglia Mas avevano applicato di
persona sotto alle loro carene, esse furono più tardi, con grande
dispendio di energia e mezzi, ricuperate, rabberciate alla meglio e
poi avviate in tranquilli arsenali lontani per essere riattate: ma
non prestarono più alcun utile servizio in guerra e subito dopo la
cessazione delle ostilità dovettero essere inviate alla demolizione.
La
perdita della Valiant
e della Qeen
Elizabet,
seguita a quelle dell’ Ark
Royal e
della Barham
in Mediterraneo e quasi contemporanea alla distruzione del Repulse
e della
nuovissima Prince
of Wales in
Indonesia per opera degli aviatori giapponesi, (1)(10
dicembre 1941)…
creò una crisi gravissima alla Marina inglese, superata molto tempo
dopo e solo per l’intervento degli aiuti dell’America.
La
situazione strategica mediterranea si capovolse: per la prima (e
l’ultima) volta nel corso della guerra la Marina italiana si trovò
in schiacciante superiorità, conseguendo il potere marittimo nel
Mediterraneo; potè pertanto riprendere, praticamente indisturbata,
il rifornimento dei suoi eserciti d’oltremare e compiere il
trasporto in Libia dell’AFRIKA KORPS tedesco, il che permise di
battere, alcuni mesi dopo, l’esercito inglese, ricacciandolo della
Cirenaica.
E
meglio si sarebbe potuto fare: la nostra superiorità navale in quel
periodo fu tale, da permetere alle nostre forze armate di compiere un
attacco diretto contro il perno della guerra mediterranea ( e forse
non solo mediterranea) : Malta. Un corpo da sbarco trasportato da un
convoglio protetto dall’intera flotta italiana, con le nostre
corazzate contro
nessuna degli
inglesi, avrebbe eliminato quell’ostacolo nel cuore del
Mediterraneo che tanto danno ci aveva procurato, e tantissimo ce ne
doveva ancora infliggere. Si sarebbero così superate le difficoltà
in cui da mesi si dibatteva la Marina per rifornire il nostro
esercito d’Africa.
Data
la sproporzione delle forze navali, l’operazione sarebbe certo
riuscita, sia pure con perdite notevoli. Eliminata così la spina dal
fianco delle nostre vie di comunicazione attraverso il Mediterraneo,
l’occupazione dello Egitto non era più che una questione di tempo,
con le incalcolabili conseguenze che tale avvenimento avrebbe
prodotto.
La
responsabilità di questa occasione mancata ricade, a mio parere,
sullo Stato Maggiore Generale italiano, e più ancora sul Quartiere
Generale tedesco che, negandoci la nafta e gli aerei necessari,
“dimostrò ancora una volta la sua sottovalutazione del potere
marittimo nella condotta generale della guerra ed in particolare
dell’importanza del Mediterraneo nel quadro generale di tutto il
conflitto” 1(
Dalla relazione dell’ammiraglio Weichol, ufficiale tedesco di
collegamento presso Supermarina, presentata dopo la guerra agli
angloamericani.).
La
grande vittoria di Alessandria fu quindi solo parzialmente sfruttata
: si lasciò tempo al nemico di far affluire in Mediterraneo rinforzi
navali ed aerei, tanto che qualche mese dopo la situazione era
nuovamente capovolta a nostro svantaggio; e andò sempre peggiorando
fino al crollo totale rappresentato con evidenza dallo sgombero
dell’Africa Settentrionale (maggio ’43).
Ma
quanto grave sia stato il rischio corso dal nemico; quanto noi, per
la stoccata inflitta ad Alessandria, si sia stati sul punto di
cogliere la decisiva vittoria. È detto meglio di chiunque altro da
colui che, dirigendo la condotta della guerra dell’altro lato,
maggiormente lo avvertì: Churchill. In un discorso tenuto alla
Camere dei Comuni riunita in sessione segreta il 23 aprile ’42,
dopo maver annunciato la perdita dell’ Ark
Royal,
della Barham,
del Repulse
e del Prince
of Wales,
cosi continuava: “Un altro colpo mancino stava per esserci vibrato.
All’alba del 19 dicembre, mezza dozzina di italiani che indossavano
scafandri di forma insolita, furono catturati mentre nuotavano nel
porto di Alessandria. Estreme precauzioni erano sempre state prese,
in passato, contro i vari tipi di “uomini-siluro” o di
sommergibili comandati da un solo uomo che avevano tentato di
penetrare nei nostri porti. Non solo vi sono reti ed altri
sbarramenti, ma cariche subacquee vengono ogni tanto fatte esplodere
sulle rotte di sicurezza.
“Ciò nonostante, questi uomini erano riusciti a penetrare nel porto. Quattro ore dopo si verificarono delle esplosioni nelle chiglie della Valiant e della Queen Elisabeth, provocate da bombe adesive applicate con straordinario coraggio e ingegnosità, il cui effetto fu di aprire delle larghe falle nelle carene delle due navi e di allagare parecchi compartimenti stagni, mettendo tali navi fuori combattimento per vari mesi”.
“Ciò nonostante, questi uomini erano riusciti a penetrare nel porto. Quattro ore dopo si verificarono delle esplosioni nelle chiglie della Valiant e della Queen Elisabeth, provocate da bombe adesive applicate con straordinario coraggio e ingegnosità, il cui effetto fu di aprire delle larghe falle nelle carene delle due navi e di allagare parecchi compartimenti stagni, mettendo tali navi fuori combattimento per vari mesi”.
“Una
di queste sarà pronta in breve, l’altra è ancora nel bacino
galleggiante ad Alessandria, e costituisce un costante richiamo per
gli attacchi aerei del nemico.
“Così.
Anche nel Mediterraneo, noi non abbiamo più alcuna nave da battaglia
: la Barham
è stata
affondata e ora tanto la Valiant
quanto la
Qeen
Elisabeth sono
state messe completamente fuori uso. Entrambe queste navi, essendo in
bacino galleggiante, dall’alto sembrano in ottimo stato. Il nemico
per molto tempo non seppe del successo del suo attacco [ i
bollettini di guerra italiani sopra riportati smentiscono questa
asserzione- Nota
dell’A.] e soltanto ora io ritengo opportuno darne comunicazione
alla Camera, in seduta segreta.
“La
flotta italiana possiede ancora quattro o cinque corazzate, già più
volte riparate, della classe della nuova Littorio
o di
altre rimodernate… A difendere dal mare la valle del Nilo sono
rimasti sommergibili e cacciatorpediniere con parecchi incrociatori
e, naturalmente, le forze aeree delle basi litoranee. Per questa
ragione è stato necessario trasferire una parte delle nostre
portaerei e dei nostri aeroplani dalle coste meridionali ed orientali
dell’Inghilterra alle spiagge del Nord Africa, dove occorrevano
immediatamente.”
La
decorazione dell’ordine militare di Savoia, che mi veniva conferita
motu
proprio
dal Re in seguito alla missione di Alessandria, era accompagnata
dalla seguente motivazione:
“Comandante
di sommergibile assegnato alla X Flottiglia Mas per operazioni con
mezzi speciali d’assalto, dopo aver compiuto con successo tre
audaci e difficili imprese, studiava preparava con tecnica perfetta e
sagacia una quarta operazione per il forzamento di altra base nemica.
Con il suo sommergibile si avvicinava unitissimo porto affrontando
con fredda determinazione i rischi frapposti dalla difesa e dalla
vigilanza del nemico per mettere i mezzi d’assalto nelle condizioni
migliori per il forzamento della base nemica. Lanciava quindi mezzi
d’assalto nell’azione che era coronata da brillante successo
avendo portato al grave danneggiamento di due corazzate”
giovedì 13 novembre 2014
MARCIA DELLA GIOVINEZZA
Il 10 giugno 1940 Mussolini annuncia dal balcone di Palazzo Venezia l'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania, contro Francia e Inghilterra. Le radio portano la voce del Duce nelle piazze, nelle case private, nelle officine, nelle campagne, mentre sventolano i tricolori. Il popolo dà il consenso ad una decisione impegnativa per il futuro e un duro destino.
I più entusiasti sono i Giovani che nello stesso giorno affollano i comandi federali del GIL, e chiedono di partire volontari per il fronte, questi giovani arrivano da tutte le parti d'Italia. Una manifestazione cosi massiccia e cosi carica era inaspettata e hanno messo a dura prova l'organizzazione delle istituzioni, poiché i volontari non avevano nessuna intenzione di tornare a casa; verranno allestiti bivacchi nelle palestre e nelle scuole dove possibile, oppure tende da campo.
Mussolini tiene un colloquio con il Ministero della Guerra che accetta a malincuore la proposta di costituire 24 battaglioni di GIOVANI FASCISTI come volontari della sola classe 1922.
in pochi giorni si arriva ad un n° di 24.000 unità circa raccogliendo i nati nel 22, 23, 24, e addirittura il 25, ragazzi giovani...giovanissimi che hanno abbandonato scuola, lavoro, famiglia, per compiere quello che ritengono il primo dovere da cittadino.
I 24 battaglioni sono divisi in 3 raggruppamenti I II III
- I giovani Italia settentrionale 4 gruppi 2 battaglioni
- II giovani del centro 3 gruppi 2 battaglioni
- III giovani del sud 4 gruppi 2 battaglioni
I BATTAGLIONI :
I TORINO
II MILANO
III VERCELLI
IV BERGAMO
V CREMONA
VI GENOVA
VII LA SPEZIA
VIII FIRENZE
IX ANCONA
X ROMA
XI VERONA
XII TRIESTE
XIII PADOVA
XIV MODENA
XV BOLOGNA
XVI FORLI'
XVII LIVORNO
XVIII PERUGIA
XVIII PERUGIA
XIX L'AQUILA
XX NAPOLI
XXI SICILIA
XXI SICILIA
XXII SARDEGNA
XXIII REGGIO CALABRIA
XXIV BARI
Ogni battaglione è diviso da 1000 giovani, 20 ufficiali, 50 sottufficiali.
L'armamento 1 moschetto modello 91 pugnale della GIL, il battaglione costituito da 12 fucili mitragliatori Breda 30, e 4 mitragliatrici FIAT o Breda.
Le uniformi sono 2 una grigioverde ed una di colore coloniale in tela, con pantaloni lunghi chiusi alla caviglia. Sulla bustina il fregio metallico della GIL con scudo, daga e fascio, mentre sulla giubba uno scudetto rosso e giallo con il nome del comando federale di appartenenza.
L'addestramento è lungo e meticoloso, i battaglioni si suddividono in: il primo e il secondo si raggruppano nella Riviera Ligure, mentre il terzo nel Litorale adriatico.
Ettore Muti dopo aver visto ed elogiato i Battaglioni per il carisma e la preparazione che avevano i giovani impartisce una marcia della giovinezza verso Padova, attraverso città e paesi d'Italia.
Cosi il 26 agosto 1940 inizia la "Marcia della Giovinezza". Il I. raggruppamento parte da Albissola e raggiunge Vicenza il 17 settembre; il II. da Arezzano arriva a Padova nello stesso giorno, mentre il III., partendo da Ancona il 3 settembre arriva a Padova il giorno 20.
Durante la marcia al passaggio dei giovani soldati nei paesi e nelle città suscita l'entusiasmo della popolazione, che li applaude con calore, e alcune madri con le lacrime commossa pensa al figlio che partecipa alla "sfilata".....
La marcia si completa con i tempi previsti e prestabiliti; tutti i volontari giungono a destinazione, tutti a non vogliono mancare alla prova. Padova accoglie tutti ragazzi nell'area fiera, la massa era in preparazione e in grande agitazione per la visita del Duce prevista per il 10 di ottobre. Nel frattempo i ragazzi continuarono con le esercitazioni, prove di sfilata a passo romano, pulizia delle armi, e della divisa.
Alle ore 10 del 10 di ottobre 1940 Mussolini passa in rassegna ai Battaglioni (ne mancarono 3 all'appello Ancona, Livorno, e Verona per altri impegni).
L'emozione e l'ansia dei ragazzi è enorme, incontenibile, sentirsi confermare dal loro Duce il "permesso" di partecipare alla guerra di andare al fronte, sentirsi parte della Patria, ma questa emozione non si nota nei volti dei ragazzi, anzi sembrano sereni, pur consapevoli della grave responsabilità che vanno ad assumersi.
La sfilata si snoda lungo Corso del Popolo, davanti a Mussolini, Muti e altre personalità del Governo del Partito, e dell'Esercito, ci sono anche alcune rappresentanze straniere amiche, i ragazzi tedeschi della Hitlerjugend, poi spagnoli, bulgari, i romeni e ungheresi tutti applauditi dalla gente.
Anche Mussolini è ammirato dalla sincronia dei movimenti dei reparti della baldanza fisica dei ragazzi soldati, dalla determinazione che è nei loro volti e sorride compiaciuto di quella gioventù, che è in tutto degna della fierezza del popolo italiano.
L'euforia dei ragazzi però termina di li a poco per un comunicato che firmato dal Generale Zoppi fondatore dei reparti Arditi della Grande guerra, scritto sul "Popolo d'Italia che diceva: "...i ragazzi volontari facciano tesoro dell'esperienza vissuta a fianco dei fratelli maggiori, per essere pronti, un domani ad essere veri soldati.
Questa notizia è come una doccia fredda e ci si domanda che senso abbiano quelle parole....i ragazzi sono presi da uno sconforto iniziale e poi le teste più calde si scatenano in tafferugli e anche con azioni incivili....
Il 19 di ottobre giunge, una notizia rassicurante: una circolare firmata dal Ministero di Guerra viene decisa l'assegnazione dei Battaglioni preliminari a disposizione delle Divisioni operanti. 9 Battaglioni dell'Armata "Po", 8 alla 2 Armata e i restanti 8 alle truppe d'Albania.
Si parte così per gli alloggiamenti e raggiungono Bari, punto di imbarco per i Balcani. In Albania i ragazzi dovranno terminare l'addestramento e perfezionare le tecniche utili un combattimento.
Ma i vizi italici sono antichi e il 13 novembre viene letto ai Battaglioni un telegramma firmato da Adelchi Serena della segreteria del PNF con scritte le seguenti parole: "...Duce habet disposto che i componenti dei Battaglioni GIL dopo felice esperimento addestrativo compiuto in questi ultimi mesi siano messi in congedo per dare modo at giovani dedicarsi a studio e lavoro durante prossima stagione invernale alt. Qualora vi siano giovani che abbiano compiuto 19 anni et manifestino appartenere ai due battaglioni speciali invito codesto Comando ad inviarmi elenco nominativo entro 48 ore alt primo e terzo provvedano anche Battaglioni già dislocati nuove sedi Serena".
Un secondo telegramma abbassa a 18 anni l'età minima per il reclutamento nei 2 battaglioni speciali.
La comunicazione improvvisa ed inattesa provoca uno sbigottimento generale, poiché nessuno riesce a capacitarsi delle ragioni, che motivino un rifiuto cosi insensato. Oltre all'incapacità di valutare la grande forza che lo spirito volontaristico di tanti giovani generosi rappresentava, l'incertezza in termini operativi regnava sovrana una sorta di gelosia e di "paura di fare brutta figura" mandando dei giovani a combattere con l'esercito di soldati all'interno del Partito. Così si ordinò a 24.000 giovani volontari, già amalgamati, fisicamente provati e militarmente addestrati, di spogliarsi della divisa e di tornare a casa.
Ma non se ne andarono subito e pacificamente; s'ebbero tumulti e manifestazioni di sdegno, di rifiuto, tanto che interi reparti o gruppi di volontari con i loro ufficiali, decisero di non sciogliersi, altri isolati so sfociarono in atti di vandalismo..
Un estremo tentativo di sbloccare la situazione critica è dato dal tentativo del Comandante della compagnia Forlì con una lettera mandata a Mussolini suo vecchio amico.
L'unico segno d'interessamento è offerto dai Vice Comandanti della GIL, Bonamici e Sellani, che danno a disposizione affinché vengano arruolati giovani per costituire 3 battaglioni Speciali, anziché 2 come deciso in precedenza. Così si procede alla selezione dei ragazzi tenendo presente la situazione familiare, e le singole posizioni personali, mentre se non si raggiungeva l'età minima si veniva esclusi senz' appello.
Alla fine i ragazzi sono 2000, classe 1922 (almeno cosi si crede). Ai 22.000 smobilitati il comando Generale della GIL rilascia un attestato, una medaglia commemorativa, ed un congedo tipo militare, considerate scartoffie per i volontari decisi ad andare al fronte. Quelli che hanno appartenuto al I. ed il II Regimento, avendo fatto periodo di addestramento in Riviera Ligure, saranno autorizzati a fregiarsi del nastrino di appartenenza alla 15ma Armata, come stabilito dal Ministero della Guerra (concessione mai avvenuta). Dal 26 al 30 novembre, i ragazzi "rifiutati" vivono l'ultima e malinconica pagina della loro avventura, facendo ritorno alle case con il cuore gonfio di rabbia.
Durante la marcia al passaggio dei giovani soldati nei paesi e nelle città suscita l'entusiasmo della popolazione, che li applaude con calore, e alcune madri con le lacrime commossa pensa al figlio che partecipa alla "sfilata".....
La marcia si completa con i tempi previsti e prestabiliti; tutti i volontari giungono a destinazione, tutti a non vogliono mancare alla prova. Padova accoglie tutti ragazzi nell'area fiera, la massa era in preparazione e in grande agitazione per la visita del Duce prevista per il 10 di ottobre. Nel frattempo i ragazzi continuarono con le esercitazioni, prove di sfilata a passo romano, pulizia delle armi, e della divisa.
Alle ore 10 del 10 di ottobre 1940 Mussolini passa in rassegna ai Battaglioni (ne mancarono 3 all'appello Ancona, Livorno, e Verona per altri impegni).
L'emozione e l'ansia dei ragazzi è enorme, incontenibile, sentirsi confermare dal loro Duce il "permesso" di partecipare alla guerra di andare al fronte, sentirsi parte della Patria, ma questa emozione non si nota nei volti dei ragazzi, anzi sembrano sereni, pur consapevoli della grave responsabilità che vanno ad assumersi.
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La sfilata si snoda lungo Corso del Popolo, davanti a Mussolini, Muti e altre personalità del Governo del Partito, e dell'Esercito, ci sono anche alcune rappresentanze straniere amiche, i ragazzi tedeschi della Hitlerjugend, poi spagnoli, bulgari, i romeni e ungheresi tutti applauditi dalla gente.
Anche Mussolini è ammirato dalla sincronia dei movimenti dei reparti della baldanza fisica dei ragazzi soldati, dalla determinazione che è nei loro volti e sorride compiaciuto di quella gioventù, che è in tutto degna della fierezza del popolo italiano.
L'euforia dei ragazzi però termina di li a poco per un comunicato che firmato dal Generale Zoppi fondatore dei reparti Arditi della Grande guerra, scritto sul "Popolo d'Italia che diceva: "...i ragazzi volontari facciano tesoro dell'esperienza vissuta a fianco dei fratelli maggiori, per essere pronti, un domani ad essere veri soldati.
Questa notizia è come una doccia fredda e ci si domanda che senso abbiano quelle parole....i ragazzi sono presi da uno sconforto iniziale e poi le teste più calde si scatenano in tafferugli e anche con azioni incivili....
Il 19 di ottobre giunge, una notizia rassicurante: una circolare firmata dal Ministero di Guerra viene decisa l'assegnazione dei Battaglioni preliminari a disposizione delle Divisioni operanti. 9 Battaglioni dell'Armata "Po", 8 alla 2 Armata e i restanti 8 alle truppe d'Albania.
Si parte così per gli alloggiamenti e raggiungono Bari, punto di imbarco per i Balcani. In Albania i ragazzi dovranno terminare l'addestramento e perfezionare le tecniche utili un combattimento.
Ma i vizi italici sono antichi e il 13 novembre viene letto ai Battaglioni un telegramma firmato da Adelchi Serena della segreteria del PNF con scritte le seguenti parole: "...Duce habet disposto che i componenti dei Battaglioni GIL dopo felice esperimento addestrativo compiuto in questi ultimi mesi siano messi in congedo per dare modo at giovani dedicarsi a studio e lavoro durante prossima stagione invernale alt. Qualora vi siano giovani che abbiano compiuto 19 anni et manifestino appartenere ai due battaglioni speciali invito codesto Comando ad inviarmi elenco nominativo entro 48 ore alt primo e terzo provvedano anche Battaglioni già dislocati nuove sedi Serena".
Un secondo telegramma abbassa a 18 anni l'età minima per il reclutamento nei 2 battaglioni speciali.
La comunicazione improvvisa ed inattesa provoca uno sbigottimento generale, poiché nessuno riesce a capacitarsi delle ragioni, che motivino un rifiuto cosi insensato. Oltre all'incapacità di valutare la grande forza che lo spirito volontaristico di tanti giovani generosi rappresentava, l'incertezza in termini operativi regnava sovrana una sorta di gelosia e di "paura di fare brutta figura" mandando dei giovani a combattere con l'esercito di soldati all'interno del Partito. Così si ordinò a 24.000 giovani volontari, già amalgamati, fisicamente provati e militarmente addestrati, di spogliarsi della divisa e di tornare a casa.
Ma non se ne andarono subito e pacificamente; s'ebbero tumulti e manifestazioni di sdegno, di rifiuto, tanto che interi reparti o gruppi di volontari con i loro ufficiali, decisero di non sciogliersi, altri isolati so sfociarono in atti di vandalismo..
Un estremo tentativo di sbloccare la situazione critica è dato dal tentativo del Comandante della compagnia Forlì con una lettera mandata a Mussolini suo vecchio amico.
L'unico segno d'interessamento è offerto dai Vice Comandanti della GIL, Bonamici e Sellani, che danno a disposizione affinché vengano arruolati giovani per costituire 3 battaglioni Speciali, anziché 2 come deciso in precedenza. Così si procede alla selezione dei ragazzi tenendo presente la situazione familiare, e le singole posizioni personali, mentre se non si raggiungeva l'età minima si veniva esclusi senz' appello.
Alla fine i ragazzi sono 2000, classe 1922 (almeno cosi si crede). Ai 22.000 smobilitati il comando Generale della GIL rilascia un attestato, una medaglia commemorativa, ed un congedo tipo militare, considerate scartoffie per i volontari decisi ad andare al fronte. Quelli che hanno appartenuto al I. ed il II Regimento, avendo fatto periodo di addestramento in Riviera Ligure, saranno autorizzati a fregiarsi del nastrino di appartenenza alla 15ma Armata, come stabilito dal Ministero della Guerra (concessione mai avvenuta). Dal 26 al 30 novembre, i ragazzi "rifiutati" vivono l'ultima e malinconica pagina della loro avventura, facendo ritorno alle case con il cuore gonfio di rabbia.
Bibliografia:Il reggimento "giovani fascisti" nella campagna dell' Africa settentrionale 1940-1943 "Antonio Cioci"
mercoledì 5 novembre 2014
La scelta dell’Onore
La
scelta dell’Onore
All’8
settembre, al comunicato di Badoglio, piansi. Piansi e non ho mai più
pianto. E adesso, oggi, domani potranno esserci i comunisti potranno
mandarmi in Siberia, potranno fucilare la metà degli italiani, non
piangerò più. Perché quello che c’era da soffrire per ciò che
l’Italia avrebbe vissuto come suo avvenire, io l’ho sofferto
allora. Quel giorno io ho visto il dramma che cominciava per questa
nostra disgraziata nazione che non aveva più amici, non aveva più
alleati, non aveva più l’onore ed era additata al disprezzo di
tutto il mondo per essere incapace di battersi anche nella situazione
avversa.
Così,
l’esperienza per me più interessante ed importante dal punto di
vista politico, formativo e dell’esistenza è stata quella
successiva all’8 settembre.
Prima
era piuttosto semplice. Si trattava di compiere il proprio dovere
senza scelte personali. Non c’erano problemi. L’8 settembre ci ha
messo di fronte a molti dilemmi, a esami di coscienza, alle
responsabilità da prendersi verso noi stessi, verso le istituzioni
alle quali appartenevamo, per me la Marina, e verso gli uomini che da
noi dipendevano. Quindi, da quel momento, hanno cominciato a pesare
fattori di ordine spirituale e politico.
Tutto
il periodo della RSI è stato particolarissimo anche per il tipo di
umanità che è affluita sotto le armi in quella fase. I volontari si
spogliavano di ogni interesse terreno ed erano animati esclusivamente
dall’impegno di conseguire un risultato puramente spirituale. Essi
volevano mettere in luce lo spirito di combattività dell’italiano
che non si rassegnava ad un armistizio giudicato obbrobrioso, ma
intendeva far vedere di saper morire combattendo contro il nemico.
Naturalmente,
tra i volontari c’erano tutte le sfumature politiche. C’era il
fascista fanatico, che pensava che fosse suo dovere ritrovarsi dalla
parte di Mussolini. E c’era il giovane
politicamente
freddo, che però pensava di dover continuare a combattere accanto a
degli alleati da un giorno all’altro traditi. Anch’io in quei
giorni del settembre 1943, fui chiamato ad una scelta.
E
decisi la mia scelta. No, non me ne sono mai pentito. Anzi, quella
scelta segna nella mia vita il punto culminante, del quale vado più
fiero. E nel momento della scelta, ho deciso di giocare la partita
più difficile, la più dura, la più ingrata. La partita che non mi
avrebbe aperto nessuna strada ai valori materiali, terreni, ma mi
avrebbe dato un carattere di spiritualità e di pulizia morale al
quale nessuna altra strada avrebbe potuto darmi.
In
ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di
perdere; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di
come si muore.
Una
guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. La resa e il
tradimento bollano per secoli un popolo davanti al mondo.
Junio
Valerio Borghese
Se
ho sbagliato con la mia decisione dell’8 settembre sono qui per
pagare, anche con la vita, che non è la prima volta che metto a
disposizione della Patria, ma chiedo che esca da questo processo la
gloria della Decima MAS.
Junio
Valerio Borghese
ESTRATTO
MATRICOLARE DEL CAPITANO
DI FREGATA BORGHESE
JUNIO
VALERIO SCIPIONE ALFREDO DI LIVIO (DEI PRINCIPI) E DI
KEUN
VALERIA, NATO IL 6 GIUGNO 1906 A ROMA
SERVIZI
E PROMOZIONI
• Allievo
della Regia Accademia Navale (Corso Ufficiali di Vascello) dal 25
ottobre 1922
per
Decreto Ministeriale 15 novembre 1922
• Aspirante
Guardiamarina il 1° novembre 1927
• Guardiamarina
nello Stato Maggiore Generale della Regia Marina con riserva di
anzianità
e con
anzianità di grado 1° luglio 1928 con Regio Decreto 28 giugno 1928
(Registrato alla
Corte
dei Conti il 3 agosto 1928 Registro 1 Marina Foglio 388)
• Sottotenente
di Vascello con riserva di anzianità e con anzianità di grado 1°
luglio 1929
con
Regio Decreto 26 luglio 1929 (Registrato alla Corte dei Conti il 4
novembre 1929
Registro
3 Marina Foglio 457)
• Tenente
di Vascello con riserva di anzianità e con anzianità di grado 1°
luglio 1933 con
Regio
Decreto 13 luglio 1933 (Registrato alla Corte dei Conti il 29
settembre 1933 Registro
42
Marina Foglio 38)
• Capitano
di Corvetta con riserva di anzianità e con anzianità di grado 13
agosto 1940
con
Regio Decreto 5 settembre 1940 (Registrato alla Corte dei Conti il 21
dicembre 1940
Registro
17 Marina Foglio 192)
• Capitano
di Fregata per merito di guerra con riserva di anzianità e con
anzianità di grado 20
settembre
1941 temporaneamente in soprannumero con Regio Decreto 29 novembre
1941
(Registrato
alla Corte dei Conti il 31 agosto 1942 Registro 11 Marina Foglio 25)
• Con
ordine del giorno in data 18 giugno 1944 il Sottosegretario di Stato
gli ha concesso le
funzioni
del grado superiore a decorrere dall’8 febbraio 1944 (Foglio 73691
del 24 giugno
1944) –
Repubblica Sociale Italiana
• Sospeso
dall’impiego a tempo indeterminato in attesa di procedimento penale
a decorrere
dal 14
settembre 1944 per Decreto Luogotenenziale in data 14 settembre 1944
• Incorso
nella perdita del grado per cancellazione dai ruoli degli Ufficiali
della Regia
Marina
in applicazione dell’articolo 1 del Decreto Legislativo
Luogotenenziale in data 26
8
aprile 1945 n. 294 per Decreto Luogotenenziale in data 21 giugno 1945
(Registrato alla
Corte
dei Conti il 13 giugno 1946 Registro 77 Marina Foglio 264)
• In
congedo il 21 giugno 1945
• Reinserito,
in seguito alla perdita del grado, nei ruoli del C.E.M.M. della sua
classe e
contemporaneamente
trasferito al Distretto Militare di Roma con matricola 12739 Esercito
Italiano
(Foglio n. 3391332/28126 del 9 maggio 1951 di Marinequip - Roma)
• Deceduto
a Cadice (Spagna) in data 26 agosto 1974
CAMPAGNE
DI GUERRA, COMBATTIMENTI, FERITE, AZIONI DI MERITO,
DECORAZIONI
, INCARICHI, MISSIONI SPECIALI
• Destinazioni
a terra alla Regia Accademia Navale di Livorno:
dal 4
dicembre 1924 all’8 luglio 1925
dal 21
ottobre 1925 al 4 luglio 1926
dal 16
ottobre 1926 al 1° luglio 1928
• Ascritto
al Comando in Capo del Dipartimento Marittimo Alto Tirreno di La
Spezia per
disposizione
Ministeriale 8 luglio 1928
• Ha
prestato giuramento presso il Comando della Regia Nave “Trento”
il 21 agosto 1928
• Destinato
alla Regia Accademia Navale per eseguirvi il Corso Superiore dal 6
novembre
1930 al
15 luglio 1931
• Ha
contratto matrimonio con la Signorina Olsoufieff Daria il 30
settembre 1931 previo
Regio
Assentimento in data 24 luglio 1931
• Destinato
alle Scuole C.R.E.M. di Pola dal 26 agosto 1931 al 5 giugno 1932
• Destinato
alla Commissione Permanente E.M.G. per tirocinio T dal 27 ottobre
1933 al 14
marzo
1934
• Tirocinio
per palombari grandi profondità dal 15 marzo 1934 al 2 giugno 1934
• Concessogli
il brevetto di idoneità al servizio T di bordo (siluri) previsto dal
Regio Decreto
5
maggio 1921 n. 629 (Foglio Ordini 15 maggio 1934)
• Mobilitato
per esigenze di carattere eccezionale ai sensi e per gli effetti dei
Regi Decreti 11
giugno
1936 n. 1807 e 24 settembre 1936 n. 1846 dal 7 novembre 1935 al 31
luglio 1936
• MEDAGLIA
DI BRONZO AL VALORE MILITARE
Regio
Decreto 8 aprile 1939
• Ha
diritto al computo di una Campagna della Guerra di Spagna 1936 –
1939
• MEDAGLIA
D’ORO AL VALORE MILITARE
Regio
Decreto 2 gennaio 1941 (Foglio n. B/11859 in data 10.9.1941 del
Ministero Marina
Gabinetto)
• CAVALIERE
DELL’ORDINE MILITARE DI SAVOIA
Sovrano
Motu Proprio 2 marzo 1942
• Concessagli
dal Comando Supremo delle Forze Armate Germaniche la Croce di Ferro
di
2^
Classe (Foglio B/33011 del 25 luglio 1942 Ministero Marina Gabinetto)
• Ha
presto giuramento alla R.S.I. presso il Sottosegretariato di Stato il
10 gennaio 1944
• Il
Tribunale Supremo Militare con sentenza emessa in data 23 novembre
1959 ha esteso gli
effetti
della riabilitazione concessa dalla Corte di Appello di Roma in data
4 dicembre 1958
alle
pene accessorie militari e ad ogni effetto penale militare della
condanna riportata con
sentenza
della Corte di Assise Speciale di Roma in data 17 febbraio1949
(Foglio n. 6455 in
data 18
dicembre 1959 del Tribunale Supremo Militare).
• La
Corte di Assise Speciale di Roma con sentenza in data 17 febbraio
1949, confermata
dalla
Corte di Cassazione in data 10 settembre 1950, ha condannato il
BORGHESE alla pena
di anni
12 di reclusione (condonati anni 9) in ordine al reato di
“collaborazione militare”
(escluso
il reato di omicidio) con l’interdizione perpetua dai pubblici
uffici (Foglio D/3148
del 6
ottobre 1995 di Maripers 2 Divisione)
Bibliogafia: Il memoriale.. Associazione X mas Mario Bordogna Fabio Castellani
Bibliogafia: Il memoriale.. Associazione X mas Mario Bordogna Fabio Castellani
martedì 4 novembre 2014
Per non dimenticare......oggi 4 novembre.... non passa lo straniero
ONORE AI NOSTRI CADUTI.....che si son battuti a "pugnal fra i denti e bombe in man"
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