sabato 25 ottobre 2014

L' ULTIMA INTERVISTA DI MUSSOLINI

L'ULTIMA INTERVISTA - di Marcello Di Florio (Redazione Freedom24)

















(Nel fototitolo: Benito Mussolini) - Il testo
virgolettato presente è un estratto dall'ultima
intervista rilasciata da Mussolini al giornalista
Ivanoe Fossani il 20 marzo 1945, appena un
mese prima che il Duce morisse.
"L'esperienza è una delle tante menzogne convenzionali."








Dall'ultima intervista a Benito Mussolini



"Essa non serve a niente, perché ogni atto della vita è un fatto nuovo e va risolto conl'intuizione. Infatti, da secoli e secoli, l'umanità commette gli stessi errori e li sconta con il sangue."

E' molto interessante osservare i pensieri di un Mussolini ormai consapevole della sua fine, che si apre alle sue riflessioni più intime, come in un momento di auto-osservazione "La solitudine misura la grandezza morale ed intellettuale di un uomo. Io non ho mai potuto misurarmi perché mi sono messo in cammino con il mio popolo che sognavo di condurre,dove penso, che abbia il diritto di andare."


Continua poi con il passo che, a mio avviso, dovrebbe essere uno spunto di profonda riflessione: "Io non ho creato il fascismo, l'ho tratto dall'inconscio degli italiani. Se non fosse stato così, non mi avrebbero seguito per vent'anni." Su questo argomento vorrei  soffermarmi un attimo: Il fascismo è stato forse il "pioniere" della politica che strumentalizza le coscienze delle persone. Questa va ad inorgoglire le persone nella loro dignità con concetti morali ben definiti. Questi concetti, in base all'era storica di un paese, rispecchiano i disagi che una popolazione affronta. Sia il fascismo che il comunismo si basano su concetti ineccepibili e sacrosanti. Problema è che questi concetti appartengono agli uomini mentre i partiti li strumentalizzano. Questa strategia è attualmente adottata in maniera rozza e spudorata dalla Lega, per esempio, dando ai leghisti l'illusione di appartenere ad una categoria di gente superiore e che le loro terre non devono essere invase da extracomunitari che in qualche modo inquinano la loro cultura. Hitler raggiunse la notorietà con gli stessi concetti: esporre come problema il fatto che gli ebrei stessero prosperando nella loro terra.


Il periodo fascista, vista da questa ottica, possiamo considerarlo il primo grande esperimento di 'persuasione delle masse'. Una medaglia dove la facciata esposta rappresentava il progetto di far crescere il paese Italia e dare la dovuta disciplina, ordine e lavoro agli italiani, la facciata oscura, azzardo la mia ipotesi, era quella di preparare il paese alla guerra. Programma stabilito da coloro che lucrarono e continuano a lucrare con le guerre. Gli archeologi hanno scoperto graffiti dei tempi degli egizi, che raffigurano le vittorie trionfali dei loro Re, quando invece subì sconfitte. La propaganda non è stata certo inventata dal fascismo ma, sarebbe un passo avanti della società prenderne atto ed essere consapevoli che ne siamo vittime. Oggi la tecnica di persuasione è molto più raffinata (Lega a parte), ma comunque un pò tutti i partiti la utilizzano, esponendo i concetti piuttosto che progetti e soluzioni.


Ancora dall'intervista a Mussolini: "Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici ed i psicologi, si chiederanno: 'Come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come quello italiano?' Se non avessi fatto altro, basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri potrà forse dominare col ferro e col fuoco, non con consenso, come ho fatto io." Qui Mussolini si sopravvaluta un po' perché non prende in considerazione la propaganda messa in atto dai primi cinematografi ed istituendo 'L'Ordine dei giornalisti', strumento fondamentale per tenere in pugno l'informazione. Controllare i cinematografi ed i giornali, all'epoca, significava controllare tutta l'informazione.


"Quando si scrive che noi siamo la 'Guardia Bianca' della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori più di quanto non fosse consentito dalla non lieta situazione del capitale italiano. Chi dice che ho sbagliato, ha il dovere di dimostrare come si sarebbe potuto fare meglio." Credo fermamente che Mussolini, nella scalata al potere, abbia realmente fatto ciò che di coscienza sentiva fosse cosa buona per un popolo.


"Io sono sempre pronto ad ammettere i miei errori, non ho mai pensato di essere infallibile. E in questa guerra ho sbagliato anch'io. Ma assai meno degli altri. I tedeschi non mi hanno mai ascoltato ed hanno fatto male. Hitler, che è il solo che mi stimi sinceramente, non ha voluto portare subito, come intendevo io, il centro della guerra nel Mediterraneo. Io ero contrario all'attacco contro la Russia. Al posto del Führer, mi sarei fatto aggredire e sarei rimasto sulla difensiva. Quando ho fatto di testa mia ho sempre indovinato. Ogni uomo ha la sua stella, la mia stella è buona. Ma non posso associarla ad altre senza neutralizzarla." Continua con un'altra frase molto illuminante "E' il destino di Hitler che si è imposto, non il mio".


"Le stelle dei dittatori durano poco tra i popoli latini. In altri popoli, invece, la dittatura è una necessità organica".

"Io non mi pento d'aver fatto tutto il bene che ho potuto, anche agli avversari, anche ai nemici che complottavano contro la mia vita. Ma se domani togliessero la vita ai miei uomini, quali responsabilità avrei assunta salvandoli? Stalin è in piedi e vince. Io cado e perdo.

La storia si occupa solo dei vincitori e del volume delle loro conquiste, ed il trionfo giustifica tutto."

Ancora: "A rigore di termini, non sono stato neppure un dittatore, perché il mio potere di comando coincideva perfettamente con la volontà di obbedienza del popolo italiano", ok, ma sempre un popolo condizionato dalla propaganda.

-----------------------"Intorno a me sentivo spesso un cerchio, ma non sapevo in quale punto si dovesse pinfrangerlo. Ho avuto più dipendenti che collaboratori. Colpa mia? Del mio carattere?Dell'ascendente che esercitavo sugli uomini fino a paralizzare le loro personalità? Fatto sta che mai nessuno è venuto a dirmi 'Rinuncio alla mia carica perché non condivido il suo punto di vista!' La parola "genio" mi veniva ripetuta cento volte al giorno anche da persone che nel campo del pensiero occupavano i posti più alti. Faticai più io per non perdere l'equilibrio che i miei ammiratori a mantenersi sulle punte aguzze del fanatismo."


"Rarissime volte ho stimato le persone che ho conosciuto. Il genere umano è ancora troppo legato agli stimoli animali. L'egoismo è la legge sovrana!"  E questo temo sia una delle prerogative umane che non cambierà per ancora molto tempo. "La gente del lavoro è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla. Io sono prigioniero dal giorno in cui mi arrestarono in casa del re. Se Hitler e Mussolini vincessero la guerra, Mussolini e l'Italia l'avrebbero ugualmente perduta! Per noi non c'è più via di scampo. Di là, siamo dei nemici che si sono arresi senza condizioni, di qua, siamo deitraditori. Non avevamo previsto che questa guerra sarebbe pesata più sugli inermi che sugli armati.Per accusare, tuttavia, bisogna essere sicuri che noi, avendo gli stessi mezzi,avremmo agito diversamente. Ora, distrutta la Germania, chi fermerà la Russia? La Russia è a Berlino prima degli altri, e una volta in possesso dell'Europa centrale, non vedo chi la possa fare sloggiare. E' mai possibile che l'America e l'Inghilterra non avvertano un pericolo così grande?".


E continua: "Quando muta il vento della fortuna, la massa cambia direzione alle vele, ma il vento della fortuna è assai mutevole e cambia. Per tutti. Il giudizio di oggi non conta.Conterà quello di domani, a passioni sopite, a confronti stabiliti." Altro passaggio del Duce molto lucido e profondo.

"Non ho nessuna illusione sul mio destino. Chi teme la morte non è mai vissuto e io sono vissuto anche troppo. La vita non è che un tratto di congiunzione tra due eternità. Finché la mia stella brillò, io bastavo per tutti. Ora che si spegne, tutti non basteranno a me. Io andrò dove il destino mi vorrà perché ho fatto quello che il destino mi dettò. Nessuno, che sia un vero italiano, qualunque che sia la sua fede politica, non disperi nell'avvenire. Le risorse del nostro popolo sono immense".


E conclude dicendo: "Dopo la sconfitta io sarò coperto furiosamente di sputi(probabilmente non si aspettava il destino che l'ha atteso, ndr), ma poi verranno amondarmi con venerazione. Allora sorriderò, perché il mio popolo sarà in pace con se stesso."














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