L'ULTIMA
INTERVISTA - di Marcello Di Florio (Redazione Freedom24)
(Nel
fototitolo: Benito Mussolini) - Il testo
virgolettato
presente è un estratto dall'ultima
intervista
rilasciata da Mussolini al giornalista
Ivanoe
Fossani il 20 marzo 1945, appena un
mese
prima che il Duce morisse.
"L'esperienza
è una delle tante menzogne convenzionali."
Dall'ultima
intervista a Benito Mussolini
"Essa
non serve a niente, perché ogni atto della vita è un fatto nuovo e
va risolto conl'intuizione.
Infatti, da secoli e secoli, l'umanità commette gli stessi errori e
li sconta con il sangue."
E'
molto interessante osservare i pensieri di un Mussolini ormai
consapevole della sua fine, che si apre alle sue riflessioni più
intime, come in un momento di auto-osservazione "La solitudine
misura la grandezza morale ed intellettuale di un uomo. Io non ho mai
potuto misurarmi perché mi sono messo in cammino con il mio popolo
che sognavo di condurre,dove penso, che abbia il diritto di andare."
Continua
poi con il passo che, a mio avviso, dovrebbe essere uno spunto di
profonda riflessione:
"Io non ho creato il fascismo, l'ho tratto dall'inconscio degli
italiani. Se non fosse
stato così, non mi avrebbero seguito per vent'anni." Su questo
argomento vorrei soffermarmi
un attimo: Il fascismo è stato forse il "pioniere" della
politica che strumentalizza
le coscienze delle persone. Questa va ad inorgoglire le persone nella
loro dignità
con concetti morali ben definiti. Questi concetti, in base all'era
storica di un paese, rispecchiano
i disagi che una popolazione affronta. Sia il fascismo che il
comunismo si basano
su concetti ineccepibili e sacrosanti. Problema è che questi
concetti appartengono agli
uomini mentre i partiti li strumentalizzano. Questa strategia è
attualmente adottata in maniera
rozza e spudorata dalla Lega, per esempio, dando ai leghisti
l'illusione di appartenere
ad una categoria di gente superiore e che le loro terre non devono
essere invase
da extracomunitari che in qualche modo inquinano la loro cultura.
Hitler raggiunse la
notorietà con gli stessi concetti: esporre come problema il fatto
che gli ebrei stessero prosperando
nella loro terra.
Il
periodo fascista, vista da questa ottica, possiamo considerarlo il
primo grande esperimento
di 'persuasione delle masse'. Una medaglia dove la facciata esposta rappresentava
il progetto di far crescere il paese Italia e dare la dovuta
disciplina, ordine e lavoro
agli italiani, la facciata oscura, azzardo la mia ipotesi, era quella
di preparare il paese alla guerra. Programma stabilito da coloro che
lucrarono e continuano a lucrare con le guerre. Gli archeologi hanno
scoperto graffiti dei tempi degli egizi, che raffigurano le vittorie
trionfali dei loro Re, quando invece subì sconfitte. La propaganda
non è stata certo inventata
dal fascismo ma, sarebbe un passo avanti della società prenderne
atto ed essere consapevoli
che ne siamo vittime. Oggi la tecnica di persuasione è molto più
raffinata (Lega a parte), ma comunque un pò tutti i partiti la
utilizzano, esponendo i concetti piuttosto che progetti e soluzioni.
Ancora
dall'intervista a Mussolini: "Mutevolissimo è lo spirito degli
italiani. Quando io non
sarò più, sono sicuro che gli storici ed i psicologi, si
chiederanno: 'Come un uomo abbia
potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come quello
italiano?' Se non avessi fatto altro, basterebbe questo capolavoro
per non essere seppellito nell'oblio. Altri potrà forse dominare col
ferro e col fuoco, non con consenso, come ho fatto io." Qui
Mussolini si sopravvaluta un po' perché non prende in considerazione
la propaganda messa in atto dai primi cinematografi ed istituendo
'L'Ordine dei giornalisti', strumento fondamentale per tenere in
pugno l'informazione. Controllare i cinematografi ed i giornali,
all'epoca, significava controllare tutta l'informazione.
"Quando
si scrive che noi siamo la 'Guardia Bianca' della borghesia, si
afferma la più spudorata
delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il
progresso dei lavoratori
più di quanto non fosse consentito dalla non lieta situazione del
capitale italiano.
Chi dice che ho sbagliato, ha il dovere di dimostrare come si sarebbe
potuto fare meglio."
Credo fermamente che Mussolini, nella scalata al potere, abbia
realmente fatto ciò che di coscienza sentiva fosse cosa buona per un
popolo.
"Io
sono sempre pronto ad ammettere i miei errori, non ho mai pensato di
essere infallibile.
E in questa guerra ho sbagliato anch'io. Ma assai meno degli altri. I
tedeschi non mi
hanno mai ascoltato ed hanno fatto male. Hitler, che è il solo che
mi stimi sinceramente,
non ha voluto portare subito, come intendevo io, il centro della
guerra nel Mediterraneo.
Io ero contrario all'attacco contro la Russia. Al posto del Führer,
mi sarei fatto aggredire e sarei rimasto sulla difensiva. Quando ho
fatto di testa mia ho sempre indovinato. Ogni uomo ha la sua stella,
la mia stella è buona. Ma non posso associarla ad altre senza
neutralizzarla." Continua con un'altra frase molto illuminante
"E' il destino di Hitler che si è imposto, non il mio".
"Le
stelle dei dittatori durano poco tra i popoli latini. In altri
popoli, invece, la dittatura è una
necessità organica".
"Io
non mi pento d'aver fatto tutto il bene che ho potuto, anche agli
avversari, anche ai nemici
che complottavano contro la mia vita. Ma se domani togliessero la
vita ai miei uomini,
quali responsabilità avrei assunta salvandoli? Stalin è in piedi e
vince. Io cado e perdo.
La
storia si occupa solo dei vincitori e del volume delle loro
conquiste, ed il trionfo giustifica
tutto."
Ancora:
"A rigore di termini, non sono stato neppure un dittatore,
perché il mio potere di comando
coincideva perfettamente con la volontà di obbedienza del popolo
italiano", ok, ma
sempre un popolo condizionato dalla propaganda.
-----------------------"Intorno
a me sentivo spesso un cerchio, ma non sapevo in quale punto si
dovesse pinfrangerlo.
Ho avuto più dipendenti che collaboratori. Colpa mia? Del mio
carattere?Dell'ascendente
che esercitavo sugli uomini fino a paralizzare le loro personalità?
Fatto sta che
mai nessuno è venuto a dirmi 'Rinuncio alla mia carica perché non
condivido il suo punto
di vista!' La parola "genio" mi veniva ripetuta cento volte
al giorno anche da persone che
nel campo del pensiero occupavano i posti più alti. Faticai più io
per non perdere l'equilibrio
che i miei ammiratori a mantenersi sulle punte aguzze del fanatismo."
"Rarissime
volte ho stimato le persone che ho conosciuto. Il genere umano è
ancora troppo legato agli stimoli animali. L'egoismo è la legge
sovrana!" E questo temo sia una delle prerogative umane che non
cambierà per ancora molto tempo. "La gente del lavoro è infinitamente
superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla.
Io sono prigioniero
dal giorno in cui mi arrestarono in casa del re. Se Hitler e
Mussolini vincessero la
guerra, Mussolini e l'Italia l'avrebbero ugualmente perduta! Per noi
non c'è più via di scampo.
Di là, siamo dei nemici che si sono arresi senza condizioni, di qua,
siamo deitraditori.
Non avevamo previsto che questa guerra sarebbe pesata più sugli
inermi che sugli armati.Per
accusare, tuttavia, bisogna essere sicuri che noi, avendo gli stessi
mezzi,avremmo
agito diversamente. Ora, distrutta la Germania, chi fermerà la
Russia? La Russia è a Berlino prima degli altri, e una volta in
possesso dell'Europa centrale, non vedo chi la possa fare sloggiare.
E' mai possibile che l'America e l'Inghilterra non avvertano un
pericolo così grande?".
E
continua: "Quando muta il vento della fortuna, la massa cambia
direzione alle vele, ma il vento
della fortuna è assai mutevole e cambia. Per tutti. Il giudizio di
oggi non conta.Conterà
quello di domani, a passioni sopite, a confronti stabiliti."
Altro passaggio del Duce molto
lucido e profondo.
"Non
ho nessuna illusione sul mio destino. Chi teme la morte non è mai
vissuto e io sono vissuto
anche troppo. La vita non è che un tratto di congiunzione tra due
eternità. Finché la
mia stella brillò, io bastavo per tutti. Ora che si spegne, tutti
non basteranno a me. Io andrò
dove il destino mi vorrà perché ho fatto quello che il destino mi
dettò. Nessuno, che sia
un vero italiano, qualunque che sia la sua fede politica, non disperi
nell'avvenire. Le risorse
del nostro popolo sono immense".
E
conclude dicendo: "Dopo la sconfitta io sarò coperto
furiosamente di sputi(probabilmente
non si aspettava il destino che l'ha atteso, ndr), ma poi verranno amondarmi
con venerazione. Allora sorriderò, perché il mio popolo sarà in
pace con se stesso."
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