Il
bollettino di guerra n°585 del 8 gennaio ’42 riportava l’esito
della missione con la seguente frase: “Nella notte del 18 dicembre,
mezzi d’assalto della R, Marina, penetrati nel porto di
Alessandria, attaccarono due navi da battaglia inglesi ivi
ormeggiate. Ora soltanto si è avuto conferma che una nave da
battaglia della classe Valiant
rimase gravemente danneggiata e fu immessa in bacino dove trovasi
tuttora.
Il
successivo bollettino n° 586 del 9 gennaio così completava la
notizia.
“Nell’azione
svolta da mezzi d’assalto della R. Marina nel porto di Alessandria,
annunciata dal bollettino di ieri, è risultato per ulteriori precisi
accertamenti che, oltre alla Valiant,
fu danneggiata anche una seconda nave da battaglia del tipo Barham.”.
In
tali modesti termini era annunciata una vittoria navale che non ha
paragone con nessun’altra ottenuta durante la guerra, per la
perfezione dell’esecuzione e per i suoi risultati strategici. Al
prezzo di sei prigionieri, erano state affondate, oltre ad una grossa
petroliera, due corazzate da 32.000 tonn., le ultime di cui gli
inglesi disponessero nel Mediterraneo. Squarciate dall’esplosivo
che gli arditi della Decima Flottiglia Mas avevano applicato di
persona sotto alle loro carene, esse furono più tardi, con grande
dispendio di energia e mezzi, ricuperate, rabberciate alla meglio e
poi avviate in tranquilli arsenali lontani per essere riattate: ma
non prestarono più alcun utile servizio in guerra e subito dopo la
cessazione delle ostilità dovettero essere inviate alla demolizione.
La
perdita della Valiant
e della Qeen
Elizabet,
seguita a quelle dell’ Ark
Royal e
della Barham
in Mediterraneo e quasi contemporanea alla distruzione del Repulse
e della
nuovissima Prince
of Wales in
Indonesia per opera degli aviatori giapponesi, (1)(10
dicembre 1941)…
creò una crisi gravissima alla Marina inglese, superata molto tempo
dopo e solo per l’intervento degli aiuti dell’America.
La
situazione strategica mediterranea si capovolse: per la prima (e
l’ultima) volta nel corso della guerra la Marina italiana si trovò
in schiacciante superiorità, conseguendo il potere marittimo nel
Mediterraneo; potè pertanto riprendere, praticamente indisturbata,
il rifornimento dei suoi eserciti d’oltremare e compiere il
trasporto in Libia dell’AFRIKA KORPS tedesco, il che permise di
battere, alcuni mesi dopo, l’esercito inglese, ricacciandolo della
Cirenaica.
E
meglio si sarebbe potuto fare: la nostra superiorità navale in quel
periodo fu tale, da permetere alle nostre forze armate di compiere un
attacco diretto contro il perno della guerra mediterranea ( e forse
non solo mediterranea) : Malta. Un corpo da sbarco trasportato da un
convoglio protetto dall’intera flotta italiana, con le nostre
corazzate contro
nessuna degli
inglesi, avrebbe eliminato quell’ostacolo nel cuore del
Mediterraneo che tanto danno ci aveva procurato, e tantissimo ce ne
doveva ancora infliggere. Si sarebbero così superate le difficoltà
in cui da mesi si dibatteva la Marina per rifornire il nostro
esercito d’Africa.
Data
la sproporzione delle forze navali, l’operazione sarebbe certo
riuscita, sia pure con perdite notevoli. Eliminata così la spina dal
fianco delle nostre vie di comunicazione attraverso il Mediterraneo,
l’occupazione dello Egitto non era più che una questione di tempo,
con le incalcolabili conseguenze che tale avvenimento avrebbe
prodotto.
La
responsabilità di questa occasione mancata ricade, a mio parere,
sullo Stato Maggiore Generale italiano, e più ancora sul Quartiere
Generale tedesco che, negandoci la nafta e gli aerei necessari,
“dimostrò ancora una volta la sua sottovalutazione del potere
marittimo nella condotta generale della guerra ed in particolare
dell’importanza del Mediterraneo nel quadro generale di tutto il
conflitto” 1(
Dalla relazione dell’ammiraglio Weichol, ufficiale tedesco di
collegamento presso Supermarina, presentata dopo la guerra agli
angloamericani.).
La
grande vittoria di Alessandria fu quindi solo parzialmente sfruttata
: si lasciò tempo al nemico di far affluire in Mediterraneo rinforzi
navali ed aerei, tanto che qualche mese dopo la situazione era
nuovamente capovolta a nostro svantaggio; e andò sempre peggiorando
fino al crollo totale rappresentato con evidenza dallo sgombero
dell’Africa Settentrionale (maggio ’43).
Ma
quanto grave sia stato il rischio corso dal nemico; quanto noi, per
la stoccata inflitta ad Alessandria, si sia stati sul punto di
cogliere la decisiva vittoria. È detto meglio di chiunque altro da
colui che, dirigendo la condotta della guerra dell’altro lato,
maggiormente lo avvertì: Churchill. In un discorso tenuto alla
Camere dei Comuni riunita in sessione segreta il 23 aprile ’42,
dopo maver annunciato la perdita dell’ Ark
Royal,
della Barham,
del Repulse
e del Prince
of Wales,
cosi continuava: “Un altro colpo mancino stava per esserci vibrato.
All’alba del 19 dicembre, mezza dozzina di italiani che indossavano
scafandri di forma insolita, furono catturati mentre nuotavano nel
porto di Alessandria. Estreme precauzioni erano sempre state prese,
in passato, contro i vari tipi di “uomini-siluro” o di
sommergibili comandati da un solo uomo che avevano tentato di
penetrare nei nostri porti. Non solo vi sono reti ed altri
sbarramenti, ma cariche subacquee vengono ogni tanto fatte esplodere
sulle rotte di sicurezza.
“Ciò nonostante, questi uomini erano riusciti a penetrare nel porto. Quattro ore dopo si verificarono delle esplosioni nelle chiglie della Valiant e della Queen Elisabeth, provocate da bombe adesive applicate con straordinario coraggio e ingegnosità, il cui effetto fu di aprire delle larghe falle nelle carene delle due navi e di allagare parecchi compartimenti stagni, mettendo tali navi fuori combattimento per vari mesi”.
“Ciò nonostante, questi uomini erano riusciti a penetrare nel porto. Quattro ore dopo si verificarono delle esplosioni nelle chiglie della Valiant e della Queen Elisabeth, provocate da bombe adesive applicate con straordinario coraggio e ingegnosità, il cui effetto fu di aprire delle larghe falle nelle carene delle due navi e di allagare parecchi compartimenti stagni, mettendo tali navi fuori combattimento per vari mesi”.
“Una
di queste sarà pronta in breve, l’altra è ancora nel bacino
galleggiante ad Alessandria, e costituisce un costante richiamo per
gli attacchi aerei del nemico.
“Così.
Anche nel Mediterraneo, noi non abbiamo più alcuna nave da battaglia
: la Barham
è stata
affondata e ora tanto la Valiant
quanto la
Qeen
Elisabeth sono
state messe completamente fuori uso. Entrambe queste navi, essendo in
bacino galleggiante, dall’alto sembrano in ottimo stato. Il nemico
per molto tempo non seppe del successo del suo attacco [ i
bollettini di guerra italiani sopra riportati smentiscono questa
asserzione- Nota
dell’A.] e soltanto ora io ritengo opportuno darne comunicazione
alla Camera, in seduta segreta.
“La
flotta italiana possiede ancora quattro o cinque corazzate, già più
volte riparate, della classe della nuova Littorio
o di
altre rimodernate… A difendere dal mare la valle del Nilo sono
rimasti sommergibili e cacciatorpediniere con parecchi incrociatori
e, naturalmente, le forze aeree delle basi litoranee. Per questa
ragione è stato necessario trasferire una parte delle nostre
portaerei e dei nostri aeroplani dalle coste meridionali ed orientali
dell’Inghilterra alle spiagge del Nord Africa, dove occorrevano
immediatamente.”
La
decorazione dell’ordine militare di Savoia, che mi veniva conferita
motu
proprio
dal Re in seguito alla missione di Alessandria, era accompagnata
dalla seguente motivazione:
“Comandante
di sommergibile assegnato alla X Flottiglia Mas per operazioni con
mezzi speciali d’assalto, dopo aver compiuto con successo tre
audaci e difficili imprese, studiava preparava con tecnica perfetta e
sagacia una quarta operazione per il forzamento di altra base nemica.
Con il suo sommergibile si avvicinava unitissimo porto affrontando
con fredda determinazione i rischi frapposti dalla difesa e dalla
vigilanza del nemico per mettere i mezzi d’assalto nelle condizioni
migliori per il forzamento della base nemica. Lanciava quindi mezzi
d’assalto nell’azione che era coronata da brillante successo
avendo portato al grave danneggiamento di due corazzate”
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