giovedì 30 ottobre 2014

BOMBARDAMENTI AEREI INDISCRIMINATI: REALTA' E PROPAGANDA











“Non fummo noi i primi” quanto detto dall’ Inghilterra per giustificare i bombardamenti eccessivi e ingiustificati verso la popolazione Tedesca.


Chi ha cominciato?

Parlando alla Camera dei Comuni il 21 giugno del 1938 il Primo ministro britannico Neville Chamberlain enumerò alcuni principi che si dovevano “tenere” in bombardamento e questi vennero ufficializzati dalla Lega delle Nazioni il 30 settembre prossimo.
  • Il bombardamento intenzionale sulla popolazione è illegale
  • Gli obbiettivi che possono essere colpiti devono essere di interesse militare e identificabili
  • Gli obbiettivi militari che vengono colpiti devono essere il più lontano quanto possibile dai centri abitati e non coinvolgere la popolazione.

Nel settembre del 39 allo scoppio della seconda guerra lo Stato maggiore dell’Aeronautica britannica, quello stesso che pronunciò di ridurre in macerie città tedesche, a proclamare che l’Inghilterra avrebbe rispettato il principio di non attaccare le popolazioni… anche se gli altri non la rispettano e non avrebbe mai colpito innocenti come donne e bambini.

Di solito in una guerra la popolazione è esposta al rischio di essere colpita da un bombardamento per varie situazioni, come ad esempio la vicinanza di obbiettivi militari, caserme, forze e opere militari, comandi, industrie, che comportano vittime non intenzionali, oppure città vicine a campi di battaglia. Al contrario un bombardamento indiscriminato è un attacco che colpisce la popolazione e non ha nessun obbiettivo militare.
La differenza dei due tipi di attacco è caratterizzato non al numero di vittime che possono esserci ma dalla finalità, e se come è accaduto gli obbiettivi militari sono in un centro città??? Che succede??...se si trascura questo aspetto si può facilmente scambiare un’incursione con obbiettivi militari che avesse provocato un numero elevato di morti civili con un bombardamento indiscriminato, nel quale, l’offesa alla popolazione era invece lo scopo principale dell’attacco.
Il bombardamento notturno dato dalla RAF (Royal Air Force), con l’”aiuto dei bombardieri giornaliero dell’America hanno causato circa 570.000 morti di cui 100.000 bambini al di sotto dei 14 anni, oltre 1 milione di senzatetto a cui distrutta la casa. Un sondaggio dell’epoca la popolazione Inglese era sicura che i bombardamenti erano mirati ad interesse bellico.
Quando nel dopo guerra usci la verità comunque non fece molto scalpore, anche perché si era usata la “giustificazione” che era stata la Luftwaffe ad attaccare per prima, e questa era la “punizione” che la Germania meritava…..










La luftwaffe e Hitler erano contrari al bombardamento delle città e colpire i civili infatti contrastarono quanto voleva fare il generale Alfred Jodl della Wehrmacht sottolineando che non si vincevano le guerre colpendo i civili e poi avrebbe dato un peso negativo per un futuro incontro di pace alla fine della guerra.. I bombardamenti tedeschi erano concentrati al sud dove erano instaurate la maggior parte delle industrie e fabbriche ad interesse militare, inoltre si pensava in un futuro di sbarcare e invadere l’Inghilterra…ma qui si apre un altro capitolo…

La propaganda britannica aveva proclamato che i bombardamenti da parte della Luftwaffe verso Varsavia, e di Rotterdam erano stati attacchi indiscriminati…


Da ricordare che al processo di Norimberga il feldmaresciallo Albert Kesserling , dichiarò il 13 marzo del 46 senza obbiezione da parte del pubblico ministero americano Robert Jackson che lo interrogava, che nel corso dell’ offensiva tedesca contro Varsavia erano state rispettate tutte le procedure contro strutture militari, ed era stata una operazione militare e venne fatto tutto il possibile per non colpire la popolazione civile.
L’articolo 25 della Convenzione dell’ Aja del 1907 in vigore nella seconda guerra mondiale diceva che in caso di bombardamento non si dovevano colpire città, villaggi, case non difese militarmente…Varsavia era difesa da una guarnigione di 120.000 soldati…e anche Rotterdam quando venne bombardata…sempre nella Convenzione di Aja disponeva che “il comandante delle truppe di assalto” doveva in qualche modo avvisare in quanto possibile le autorità prima di un assalto o bombardamento…i tedeschi rispettarono anche questa disposizione in quanto prima dell’attacco alla città tramite dei manifestini lanciati da aerei verso la popolazione avvisavano del bombardamento e ai militari di arrendersi….questo a Varsavia….


A Rotterdam il generale Rudolf Schmidt avverti il colonnello Pietr Willem Scharroo che se le guarnigione avesse difeso la città ancora avrebbe usato ‘aviazione… Scharroo disse di attendere al generale che inoltrava la richiesta allo stato maggiore Olandese….il ritardo burocratico fece passare le ore e quando per una serie di eventi, (silenzio radio dei Heinkel He 111) il colonnello non riuscì ad avvertire in tempo…addirittura la le truppe tedesche spararono di razzi rossi in aria per cercare di avvertire i bombardieri…senza successo…la prima ondata colpì la città….mentre la seconda ondata venne fermata…
La stampa britannica sostenne che fu un attacco indiscriminato…e i morti furono 30000 mentre nella realtà furono 620 a 960….il danno alla città è stato veramente pesante perché buona parte della città era costruita con abitazioni in legno…inoltre gli obbiettivi colpiti hanno scatenato incendi di grosse dimensioni per la presenza di oli combustibili…e oli vegetali..
A Varsavia i danni maggiori a colpire la città è stato l’attacco della Wermacht con l’artiglieri di grosso calibro…la città era sovrastata da fumo che addirittura durante il bombardamento la visuale era talmente ridotta che alcune bombe arrivarono sulla testa della divisione tedesca disposta a nord-occidentali di Varsavia…dopo l’assedio i prigionieri Polacchi erano 100.000… e la solita propaganda britannica usci con cifre sempre poco attendibili che variano da 10.000 a 50.000….
La capitale Polacca soffriva la situazione militare di 19 giorni di assedio da parte della artiglieria…mentre ci si vuole solo soffermare al bombardamento avvenuto il 25 settembre dove furono colpite strutture civili…l' ambasciata Americana (una bomba all’ interno del recinto) un ospedale con ben esposta la croce rossa….obbiettivi comunque indistinguibili durante i bombardamenti….comunque poco visibili anche in condizioni di ottima visibilità…
La dottrina della Luftwaffe era quella di essere supporto all’ esercito e sovrana nei cieli ….difatti si agiva nelle retrovie colpendo comandi militari, depositi, rinforzi vie di comunicazione, cioè mirati senza colpire la popolazione..
Un’osservazione va fatta… se teniamo in considerazione la potenza militare tedesca ai tempi.. si capisce subito che la superiorità era schiacciante e un’ attacco e una conquista quasi immediata da parte delle truppe da terra era indiscussa, quindi come si può spiegare un uso indiscriminato della violenza sulla popolazione??? Si ricorda che il bombardamento su Rotterdam si poteva evitare se fosse stata consegnata in tempo la resa…







L’inizio


Nella notte del 24/25 agosto del 1940 un aereo tedesco stava seguendo il corso del Tamigi per sganciare delle bombe sulla parte orientale della città, l’obbiettivo era un deposito di carburante, ma sbagliò rotta….. troppo ovest sganciò, ma le bombe non recarono troppo danno…
John Colville il segretario privato del primo ministro segna sul suo diario: lunedì 26 agosto Londra è stata bombardata da un aereo tedesco ma senza causare troppi danni.
Il “THE  TIMES” sempre lunedì 26 agosto scrisse un articolo che nella notte qualche bomba è stata sganciata dai tedeschi ma senza causare grossi danni. (questi documenti forniscono informazioni importanti per come sono andate le cose).
Di contro invece il governo britannico presentò il fatto come un deliberato attacco verso la popolazione civile….basti pensare che dopo l’attacco di Berlino il 26/27 agosto da parte della RAF i Tedeschi il 7 settembre per bombardare Londra arrivarono in pieno giorno con 300 bombardieri ..
Un attacco così impetuoso avvenuto su Londra nel corso della seconda guerra è stato anche “cercato” da Churchill, perché dopo il 25/26 agosto e ancora l’attacco del 5/6 settembre dopo la minaccia di Hitler che se proseguivano le bombe su Berlino avrebbe risposto in modo pesante sulla città di Londra…
I bombardieri tedeschi erano avvantaggiati dal fatto che potevano partire da aeroporti presenti in Belgio e il tragitto per arrivare in Inghilterra ere breve, mentre la RAF doveva affrontare un lungo percorso e difatti nei primi bombardamenti sulle città tedesche la % di aerei che colpirono gli obbiettivi era veramente bassa. Concludendo che i raid aerei Inglesi fossero giustificati non per i danni che potevano causare, ma se lo scopo era quello della provocazione, tanto più che a riconoscere che Berlino non costituisse un obbiettivo di importanza primaria era lo stesso stato maggiore della RAF.
Il governo britannico astutamente voleva mutare le sorti della battaglia che l’aviazione tedesca stava combattendo con elevata superiorità nei cieli dell’isola per la conquista della supremazia aerea, una vittoria che faceva temere uno sbarco della Wermacht sulle coste Inglesi. Una certezza da dire è che il primo ministro inglese con i bombardamenti su Berlino sono stati usati per far cambiare alla Luftwaffe i “programmi”; quei programmi che interessavano obbiettivi militari, e strutture strategiche a quelli sulle città.
L’ Air Marshal Robert Saundby, vice capo della forza da bombardamento dell’aviazione britannica – afferma che il primo ministro decise che bisognava trarre Hitler ad una trappola, quella di deviare i bombardamenti verso le città distogliendolo da quello contro la RAF- , lo stesso Churchill esplicito scrive che: piuttosto che evitare Londra e altre città attacchi aerei, era più importante che mantenere l’articolazione degli aeroporti e l’efficienza degli squadroni da caccia e concluse che il Fighter Command accolse con sollievo il dirottamento su Londra delle incursioni.

Nella notte del 14/15 Novembre 1940 la Luftwaffe colpì Coventry, una città di 250.000 abitanti…e aveva una più elevata concentrazione di industrie di produzione bellica, componenti e motori aerodinamici, motori per carri armati, artiglierie, veicoli militari armi, munizioni…ecc. ecc. Secondo fonti il raid uccise dal migliaio di civili ad 560 a 380…la città subì danni enormi, furono colpiti 3 quarti delle industrie per mesi la città non entrò a regime produttivo.
Le industrie erano vicine alle abitazioni e il bombardamento ha interessato la popolazione, inoltre la contraerea Inglese obbligò lo sgancio delle bombe ad una altezza elevata colpendo con un raggio più ampio la zona.
Il 16/17 dicembre venne ordinata una “rappresaglia” da parte della RAF, venne scelta Mannheim una cittadina che a differenza di Coventry non aveva nessun interesse militare industriale e bellico. Fu la prima incursione in tutto il periodo 1939/45 dove venne usato il termine “Area Bombing” con tutte le caratteristiche del bombardamento indiscriminato, cioè finalizzato solamente a colpire la popolazione.
Anche se i bombardamenti di ritorsione erano stati pianificati già dall’ estate del 40, si attese un periodo abbastanza lungo; un motivo valido… identificato in Coventry… questa attesa permette una considerazione…
I primi attacchi della Germania alla propaganda Inglese erano identificati come indiscriminati ma nulla di quanto più falso difatti la RAF realmente sapendo la verità non “poteva” attaccare e colpire i civili….




Da Trenchard a Portal

Nonostante fosse stato il più determinato e sostenitore all’ uso  indiscriminato dei bombardamenti terroristici verso la popolazione civile, Churchill tenterà in tutti i modi di oscurare questa “accusa” che si poteva dare al Comando Bombardieri. Tanto che giunse a rifiutare nel giugno 45 il permesso per l’istituzione di una medaglia per la campagna bombardamento strategico, mentre Harris nel 42 capo del Bombing Command e protagonista degli attacchi alle città tedesche, fu l’unico esponete al vertice a non essere premiato con un seggio alla Camera dei Lords e relativo titolo nobiliare.
Se vogliamo seguire la via del bombardamento indiscriminato non possiamo dimenticarci due figure importanti appartenenti alla Royal Air Force : Hugh Trenchard e Charles Portal.
Il primo è considerato il padre della aviazione britannica. Per 10 anni dal 1919 1929, capo di stato maggiore della RAF, Trenchard sembrava indicare come obbiettivi del bombardamento strategico in modo sempre vago… l’industria, i centri economici, i trasporti, ma come obbiettivo principale sarebbe stato il morale del nemico. Si doveva colpire non tanto la capacità dell’avversario di condurre una guerra quanto la volontà di combatterla. Il termine nato era “Moral effect”, ottenuto tramite la degradazione della vita quotidiana della popolazione, conseguita con la distruzione dell’industria, delle comunicazioni, dell’economia e della rete dei trasporti.
Da non dimenticare che Trenchard durante la seconda guerra mondiale partecipò come consigliere di Churchill, e si discuteva l’impiego dell’aviazione come arma. Sta di fatto che quando subentrò Churchill il 10 maggio del 40 come primo ministro al posto di Chamberlain, l’aviazione britannica effettuò un cambiamento di strategia…non ci sono elementi che per addebitare a Trenchard questo mutamento, anche se nella riunione del 2 giugno del 41 dà sempre fede all’azione risolutiva del “Moral effect” raccomandò di bombardare le città e gli obbiettivi e che ogni bomba servisse a qualcosa… se una bomba non colpiva l’obbiettivo militare servisse almeno a centrare abitazioni o altro per deprimere il morale al nemico… strategia usata anche da Portal.
Nell’ aprile 1940 Portal divenne il capo della Bomber Command, ed egli affermò che i bombardamenti di Varsavia e Rotterdam consentivano all’ Inghilterra di “togliersi i guanti”, ossia di non preoccuparsi di questioni etiche se riferite alla Germania, cosi non se ne poneva Churchill quando il 15 maggio espresse il pensiero della strategia aerea britannica; picchiare sul popolo tedesco per convincerlo che si aveva “la volontà e i mezzi per colpirlo duramente”.
Il 13 luglio in una direttiva Portal dimostra di essere un sostenitore della teoria di Trenchard; quel giorno Portal fa un elenco delle Industrie ad interesse militari ed altri obbiettivi come raffinerie e fabbriche aeronautiche, da attaccare e distruggere nelle successive notti luminose…sottolineando che le zone erano isolate e disabitate ci sarebbero volute una quantità elevate di bombe, mentre le altre che andavano a vuoto non avrebbero causato alcun danno e rendendo le incursioni poco remunerative. Indicava cosi Trenchard, bombardare le fabbriche collocate all’ interno delle città cosicché avrebbe fiaccato il morale del nemico, un risultato rispetto al quale Portal qualificava secondario quello di ostacolare la produzione aeronautica.
Era la strategia che si andava elaborando 50 giorni prima dell’inizio degli attacchi tedeschi contro Londra e quattro mesi prima di Coventry, una strategia in cui, l’uccisione di civili diventa intenzionale.





A ottobre 1940 per Portal arrivò la nomina a capo di Stato maggiore dell’aeronautica con il grado di Air Chief Marschal. In una riunione del giorno 23 di quel mese Portal propose un programma di presunti bombardamenti incediari su aree densamente popolate. Alla fine si concordò che si sarebbero colpiti i depositi di carburante e le raffinerie e che comunque sia; era necessario intensificare le azioni rivolte a piegare il morale della popolazione tedesca.
La finzione che i bombardieri inglesi attaccassero solo obbiettivi ad interesse militare fu abbandonata una settimana dopo con una direttiva, il 30 ottobre, che prescriveva di eseguire regolari e violente incursioni contro i maggiori centri urbani e contro industrie allo scopo principale di provocare distruzioni molto pesanti che dimostrassero al nemico la potenza degli attacchi e gli facesse sperimentare quali ne erano le conseguenze.
Ci si avviva verso gli attacchi terroristici con un crescendo di direttive che si concluderà nel febbraio 1942 con la dichiarazione che il vero obbiettivo da colpire erano i civili. Su direttiva del Primo ministro, il 12 dicembre 1940 Portal affermò che si imponeva un cambiamento che prevedesse il passaggio degli obbiettivi militari a quelli politici, vale a dire a bombardamenti che piegassero il morale della popolazione tedesca con incursioni contro città che fossero anche “di una qualche valenza industriale”.
Il 21 settembre del 41 lo Stato maggiore precisò ulteriormente il suo intento:
Lo scopo di un attacco ad una zona abitata di una città è quello di spezzare il morale della popolazione che la abita, per raggiungerlo dobbiamo rendere la città fisicamente inagibile, e, secondo, dobbiamo far capire alla popolazione a quali pericoli va incontro. Lo scopo immediato dunque è doppio: provocare distruzioni e l’angoscia di essere uccisi.

Il 29 settembre Portal presentò un programma, che senza più preoccupazioni di operai, industrie o trasporti, esplicava la strategia, d’altra parte già in atto, che era quella stessa che aveva annunciato il Primo ministro il 15 maggio 1940: picchiare duramente sulla popolazione tedesca. Il programma di Portal si basava su un calcolo: con 4000 bombardieri e 60000 bombe al mese si sarebbero distrutte 43 città con più di 100000 abitanti in cui complessivamente vivevano 15 milioni di civili. Frantumata la volontà di resistenza dei tedeschi si sarebbe vinte la guerra in 6 mesi. Il programma non ebbe esito perché non erano ancora disponibili le forze ma che ben presto sarebbero arrivate.
Il 14 febbraio 1942, una direttiva del ministero dell’Aereonautica emanata da Bottomley autorizzava il Bomber Command a eseguire attacchi alle città tedesche senza alcuna restrizione, e, il giorno dopo Portal specificò che doveva essere chiaro, che i punti di mira erano i quartieri di abitazione, precisando che “i bersagli devono essere le aree edificate e non, per esempio, gli arsenali, i cantieri navali, le industrie belliche”. Cosicché quando il 22 febbraio del 1942, l’Air Marshall Arthur Harris assunse la guida del Comando Bombardieri, la finalità della campagna di incursioni contro la Germania ormai erano state decise.
Dunque era la popolazione tedesca l’obbiettivo da colpire e Harris non fece altro che percorrere quella strada fino all’ultimo giorno. Nella primavera del 44 non fu facile convincerlo che era necessario sospendere per alcune settimane gli attacchi terroristici e colpire obbiettivi logistici e militari in vista dello sbarco in Normandia.
I bombardamenti incendiari sulle città tedesche, o meglio la strage della popolazione tedesca, fu alimentata sino alla fine, quando con ogni evidenza e già da mesi la Germania risultava irrimediabilmente sconfitta. Il furioso bombardamento su Dresda nella notte tra il 14 e il 15 febbraio del 45… e l’incursione aerea della cittadina di Pforzheim, 65.000 abitanti priva di qualsiasi interesse industriale pagò con 20.277 morti il bombardamento della notte fra il 23 e il 24 febbraio 1945.

Benché nel giugno del 42 Churchill avesse dichiarato che le città tedesche sarebbero state sottoposte ad un’ordalia fino ad allora mai sperimentata da nessuno, e più tardi che per sconfiggere la Germania non esiste un limite alla violenza alla quale si sarebbe ricorsi, un mese dopo parlando dei bombardamenti terroristici affermò:
Nei giorni in cui combattevamo da soli, rispondemmo alla domanda “come faremo a vincere la guerra?” dicendo: “faremo a pezzi la Germania a furia di bombardamenti”. Da allora perdite influite all’Esercito e al potenziale umano tedesco dai russi, e il contributo offerto dal potenziale umano e logistico dagli americani, hanno reso disponibili altre possibilità. Nonostante tutto, sarebbe un errore rinunciare alla nostra idea originaria….che un pesante e spietato bombardamento alla Germania in scala sempre crescente non soltanto vanificherà il suo sforzo bellico…ma creerà delle condizioni assolutamente intollerabili alla massa della popolazione tedesca.

Dunque il Primo ministro britannico nel luglio del 42 ammetteva che poteva esserci la possibilità di cessare i bombardamenti delle città, ma gli attacchi proseguirono fino a raggiungere il culmine nella primavera del 45 senza che si ottenesse il cedimento del morale del nemico, cosi come non lo ottennero gli attacchi incendiari americani contro le città giapponesi.
Oltre che moralmente inammissibile, la campagna terroristica della RAF fu sbagliata perché non vale dire che senza di essa la produzione tedesca di armamenti sarebbe stata ancora maggiore, non considerando che se il Bombing Command si fosse dedicato agli obbiettivi militari, industriali e logistici, i danni alla macchina da guerra del nemico sarebbero stati molto più pesanti e il conflitto si sarebbe concluso prima. Dopo la resa della Germania la conferma venne dal ministro tedesco della Produzione bellica Albert Speer, che indicò come i bombardamenti diurni di precisione americani contro le industrie e le infrastrutture avessero causato danni assai maggiori degli attacchi notturni della RAF, attacchi che non solo non avevamo inciso sulla produzione ma neppure erano riusciti a piegare il morale della popolazione e dei lavoratori.


L'occasione è data da un'osservazione di Marco Gioannini e Giulio Massobrio: in un loro volume i due studiosi scrivono che "l'opinione pubblica italiana ritiene, come del resto quelle di quasi tutto il mondo, che a rendersi responsabili dei primi bombardamenti indiscriminati delle città e dei civili siano stati proprio i tedeschi: prima a Varsavia, poi a Rotterdam e, infine, sulle città inglesi…


Bibliogafia:

 G. F. Ghergo, Il 'Terror Bonibing',
in "STORIA militare" n.
135 - dicembre 2004 e n. 136 -
gennaio 2005; Id.. Il 'Firebornbing'sul
Giappone, in "STORIA
militare", n. 153 - giugno 2006;
Id., I bombardainenti e i civiii, in
"STORIA militare", n. 159 - dicembre
2006.
 M. Gioannini e G. Massobrio,
Bombardate l'Italia. Storia
della guerra di distrucione aerea
1940-1945. Milano. Rizzoli,
2007. pag. 22 (recensito sul n.
174 - marzo 2008 di "STORIA
militare").
 N. Jones, Beginning of Strategic
Air Power: A History of tlie
British Bomber Force. 1923-
1939, London. Frank Cass
 I. Kershaw, Did Hitler Miss
his Chance in 1940?, in N. Gregor
(a cura di), Nazism, War and
Genocide, Exeter, U.K., University
of Exeter Press, 2005,
pag. 117. Si veda anche Oberkommando
Heer, Fuehrer Conferences
on Naval Mkirs, 1939-
1945, 1940, London, The Admiralty,
1947, pag. 64,66,69,70 e
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 A. Hillgruber, La strategia
militare di Hitler, Milano, Rizzoli,
1986 (ed. orig. 1965, I1 ed.
1982), pag. 285 nota 62.
(10) Allied Contro1 Authority for
Germany, Tnal of rhe Major War
Criminals before rhe International
Military Tribunal, Nuremberg,
1947-1949, Vol. 9, pag.
175.
 AA.VV., Storia dell'aviazione,
Milano, Fratelli Fabbri
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La produzione storiografica
che tratta l'argomento è vasta.
Alan Levine, nel suo The Strategic
Bombing of Germany 1940-
1945 (Westport, Connecticut,
Praeger, 1992), ha calcolato
(pag. 190) che i civili uccisi fumno
593.000. I civili britannici che morirono
nell'intero periodo 1939-
1945 a causa dei bombardamenti
aerei furono 51.509: B. Collier,
The Defence of rhe United Kingdom,
London, Her Majesty's
Stationery Office (HMSO),
1957. I1 numero sale a 60.447 se
si considerano anche le vittime
delle "bombe colanti" tipo V1 e
v2.
 Sull'argomento si veda J. W.
Legro, Cooperation under Fire.
Anglo-German Restraint during
World War Second, Ithaca, New
York, Comell University Press,
1995, pag. 1 17.

 A. C. Grayling, Tra le città
morte. I bombardamenti sulle
città tedesche: una necessità o
un crimine?, Milano, Longanesi,
2006 (ed. orig. 2006), pag. 48-
49.
 Sui bombardamenti di Rotterdam
e di Varsavia si veda G.
F. Feuchter. h guerra aereri, Firenze,
Sansoni. 1968 (ed. orig.
1956, 11 ed.
 C. Webster e N. Frankland,
The Strategie Air Offensive
Againsr Germany, London,
HMSO, 1961, Vol. I, pag. 152.
 R. Saundby, Air Bombardmeni.
The Story of irs Developmeni,
New York, Harper, 1961,
pag. 96. Si veda anche G. H.
Quester, Dererrence Before Hiroshima:
The Airpower Background
of Modern Srraregy. New
York. John Wiley & Sons. 1966,
pag. 117.

 W. S. Churchill, The Second
World War, Vol. 2, Their Finest
Hour. London, Cassell, 1949.
pag. 29 1-292.
 Ivi, pag. 505.

City of Coventry, Municipal

Handbook, 1948, pag. 4.





sabato 25 ottobre 2014

L' ULTIMA INTERVISTA DI MUSSOLINI

L'ULTIMA INTERVISTA - di Marcello Di Florio (Redazione Freedom24)

















(Nel fototitolo: Benito Mussolini) - Il testo
virgolettato presente è un estratto dall'ultima
intervista rilasciata da Mussolini al giornalista
Ivanoe Fossani il 20 marzo 1945, appena un
mese prima che il Duce morisse.
"L'esperienza è una delle tante menzogne convenzionali."








Dall'ultima intervista a Benito Mussolini



"Essa non serve a niente, perché ogni atto della vita è un fatto nuovo e va risolto conl'intuizione. Infatti, da secoli e secoli, l'umanità commette gli stessi errori e li sconta con il sangue."

E' molto interessante osservare i pensieri di un Mussolini ormai consapevole della sua fine, che si apre alle sue riflessioni più intime, come in un momento di auto-osservazione "La solitudine misura la grandezza morale ed intellettuale di un uomo. Io non ho mai potuto misurarmi perché mi sono messo in cammino con il mio popolo che sognavo di condurre,dove penso, che abbia il diritto di andare."


Continua poi con il passo che, a mio avviso, dovrebbe essere uno spunto di profonda riflessione: "Io non ho creato il fascismo, l'ho tratto dall'inconscio degli italiani. Se non fosse stato così, non mi avrebbero seguito per vent'anni." Su questo argomento vorrei  soffermarmi un attimo: Il fascismo è stato forse il "pioniere" della politica che strumentalizza le coscienze delle persone. Questa va ad inorgoglire le persone nella loro dignità con concetti morali ben definiti. Questi concetti, in base all'era storica di un paese, rispecchiano i disagi che una popolazione affronta. Sia il fascismo che il comunismo si basano su concetti ineccepibili e sacrosanti. Problema è che questi concetti appartengono agli uomini mentre i partiti li strumentalizzano. Questa strategia è attualmente adottata in maniera rozza e spudorata dalla Lega, per esempio, dando ai leghisti l'illusione di appartenere ad una categoria di gente superiore e che le loro terre non devono essere invase da extracomunitari che in qualche modo inquinano la loro cultura. Hitler raggiunse la notorietà con gli stessi concetti: esporre come problema il fatto che gli ebrei stessero prosperando nella loro terra.


Il periodo fascista, vista da questa ottica, possiamo considerarlo il primo grande esperimento di 'persuasione delle masse'. Una medaglia dove la facciata esposta rappresentava il progetto di far crescere il paese Italia e dare la dovuta disciplina, ordine e lavoro agli italiani, la facciata oscura, azzardo la mia ipotesi, era quella di preparare il paese alla guerra. Programma stabilito da coloro che lucrarono e continuano a lucrare con le guerre. Gli archeologi hanno scoperto graffiti dei tempi degli egizi, che raffigurano le vittorie trionfali dei loro Re, quando invece subì sconfitte. La propaganda non è stata certo inventata dal fascismo ma, sarebbe un passo avanti della società prenderne atto ed essere consapevoli che ne siamo vittime. Oggi la tecnica di persuasione è molto più raffinata (Lega a parte), ma comunque un pò tutti i partiti la utilizzano, esponendo i concetti piuttosto che progetti e soluzioni.


Ancora dall'intervista a Mussolini: "Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici ed i psicologi, si chiederanno: 'Come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come quello italiano?' Se non avessi fatto altro, basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri potrà forse dominare col ferro e col fuoco, non con consenso, come ho fatto io." Qui Mussolini si sopravvaluta un po' perché non prende in considerazione la propaganda messa in atto dai primi cinematografi ed istituendo 'L'Ordine dei giornalisti', strumento fondamentale per tenere in pugno l'informazione. Controllare i cinematografi ed i giornali, all'epoca, significava controllare tutta l'informazione.


"Quando si scrive che noi siamo la 'Guardia Bianca' della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori più di quanto non fosse consentito dalla non lieta situazione del capitale italiano. Chi dice che ho sbagliato, ha il dovere di dimostrare come si sarebbe potuto fare meglio." Credo fermamente che Mussolini, nella scalata al potere, abbia realmente fatto ciò che di coscienza sentiva fosse cosa buona per un popolo.


"Io sono sempre pronto ad ammettere i miei errori, non ho mai pensato di essere infallibile. E in questa guerra ho sbagliato anch'io. Ma assai meno degli altri. I tedeschi non mi hanno mai ascoltato ed hanno fatto male. Hitler, che è il solo che mi stimi sinceramente, non ha voluto portare subito, come intendevo io, il centro della guerra nel Mediterraneo. Io ero contrario all'attacco contro la Russia. Al posto del Führer, mi sarei fatto aggredire e sarei rimasto sulla difensiva. Quando ho fatto di testa mia ho sempre indovinato. Ogni uomo ha la sua stella, la mia stella è buona. Ma non posso associarla ad altre senza neutralizzarla." Continua con un'altra frase molto illuminante "E' il destino di Hitler che si è imposto, non il mio".


"Le stelle dei dittatori durano poco tra i popoli latini. In altri popoli, invece, la dittatura è una necessità organica".

"Io non mi pento d'aver fatto tutto il bene che ho potuto, anche agli avversari, anche ai nemici che complottavano contro la mia vita. Ma se domani togliessero la vita ai miei uomini, quali responsabilità avrei assunta salvandoli? Stalin è in piedi e vince. Io cado e perdo.

La storia si occupa solo dei vincitori e del volume delle loro conquiste, ed il trionfo giustifica tutto."

Ancora: "A rigore di termini, non sono stato neppure un dittatore, perché il mio potere di comando coincideva perfettamente con la volontà di obbedienza del popolo italiano", ok, ma sempre un popolo condizionato dalla propaganda.

-----------------------"Intorno a me sentivo spesso un cerchio, ma non sapevo in quale punto si dovesse pinfrangerlo. Ho avuto più dipendenti che collaboratori. Colpa mia? Del mio carattere?Dell'ascendente che esercitavo sugli uomini fino a paralizzare le loro personalità? Fatto sta che mai nessuno è venuto a dirmi 'Rinuncio alla mia carica perché non condivido il suo punto di vista!' La parola "genio" mi veniva ripetuta cento volte al giorno anche da persone che nel campo del pensiero occupavano i posti più alti. Faticai più io per non perdere l'equilibrio che i miei ammiratori a mantenersi sulle punte aguzze del fanatismo."


"Rarissime volte ho stimato le persone che ho conosciuto. Il genere umano è ancora troppo legato agli stimoli animali. L'egoismo è la legge sovrana!"  E questo temo sia una delle prerogative umane che non cambierà per ancora molto tempo. "La gente del lavoro è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla. Io sono prigioniero dal giorno in cui mi arrestarono in casa del re. Se Hitler e Mussolini vincessero la guerra, Mussolini e l'Italia l'avrebbero ugualmente perduta! Per noi non c'è più via di scampo. Di là, siamo dei nemici che si sono arresi senza condizioni, di qua, siamo deitraditori. Non avevamo previsto che questa guerra sarebbe pesata più sugli inermi che sugli armati.Per accusare, tuttavia, bisogna essere sicuri che noi, avendo gli stessi mezzi,avremmo agito diversamente. Ora, distrutta la Germania, chi fermerà la Russia? La Russia è a Berlino prima degli altri, e una volta in possesso dell'Europa centrale, non vedo chi la possa fare sloggiare. E' mai possibile che l'America e l'Inghilterra non avvertano un pericolo così grande?".


E continua: "Quando muta il vento della fortuna, la massa cambia direzione alle vele, ma il vento della fortuna è assai mutevole e cambia. Per tutti. Il giudizio di oggi non conta.Conterà quello di domani, a passioni sopite, a confronti stabiliti." Altro passaggio del Duce molto lucido e profondo.

"Non ho nessuna illusione sul mio destino. Chi teme la morte non è mai vissuto e io sono vissuto anche troppo. La vita non è che un tratto di congiunzione tra due eternità. Finché la mia stella brillò, io bastavo per tutti. Ora che si spegne, tutti non basteranno a me. Io andrò dove il destino mi vorrà perché ho fatto quello che il destino mi dettò. Nessuno, che sia un vero italiano, qualunque che sia la sua fede politica, non disperi nell'avvenire. Le risorse del nostro popolo sono immense".


E conclude dicendo: "Dopo la sconfitta io sarò coperto furiosamente di sputi(probabilmente non si aspettava il destino che l'ha atteso, ndr), ma poi verranno amondarmi con venerazione. Allora sorriderò, perché il mio popolo sarà in pace con se stesso."